Puoi scrivere a

antonella.frontani@gmail.com
Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


mercoledì 10 settembre 2014

San Biagio Festival: è subito magia!




Mi trovo in Umbria perché qui ci sono le mie radici, pur abitando lontano da questa terra.
Mi sembrava il luogo ideale per finire il libro che sto scrivendo, e la via migliore per raggiungere il luogo più lontano: me stessa.
E' proprio tra le colline del Perugino che la sera del 22 agosto ho raggiunto il Monastero di San Biagio per l'inaugurazione dell'ottava edizione del suo Festival di concerti di musica classica.
E' incredibile il senso di serenità che può infondere un antico monastero templare in cui trovavano riparo i pellegrini che, diretti verso la Terra Santa, transitavano per la via Flaminia.
Un luogo che mostra tracce di vita fin dal 900 d.c., in cui il lavoro paziente e saggio dei monaci che lo abitavano, lo trasformava nell'approdo più accogliente per le anime.
Sprigiona un'atmosfera suggestiva e autorevole che solo un luogo sacro può infondere, anche in uno spirito laico come il mio, imponendo un istintivo rispetto e una forte spinta alla riflessione interiore.
E' stata una grande intuizione, quella che otto anni fa ha dato vita ad un festival di concerti di musica classica.
Il potere emotivo della musica sembra rafforzare la seduzione del luogo e un concerto diventa un lungo viaggio attraverso se stessi.
L'inaugurazione a cui ho partecipato prevedeva un programma ardito: il Trio per flauto, violoncello e pianoforte di Bohuslav Martinu, “Il Carnevale degli animali” di Camille Saint Saens e “Las Cuatro Estaciones Portenas” di Astor Piazzolla. L'esecuzione era affidata al FortePiano Trio composto da Leonora Armellini al pianoforte, Tommaso Benciolini al flauto e Ludovico Armellini al violoncello.
La piccola sala era gremita da un pubblico formato da affezionati e auditori di passaggio, tutti pronti all'ascolto ma ancora ignari del piccolo miracolo.
Dopo un'esecuzione corretta delle musiche di Martinu, fin dalle prime note de “Il Carnevale degli Animali” di Saint Saens, l'atmosfera è diventata più densa, l'attenzione più profonda.
E' un compositore appartenente al Neoclassicismo e strettamente legato alla tradizione, eppure, dotato di un'abilità straordinaria che gli ha permesso di sperimentare forme nuove nell'elaborazione tematica.
Le sue opere levigate, logiche, mai eccessive, hanno rappresentato il più alto collegamento stilistico tra Liszt e Ravel e ne Il Carnevale sembra emergerne tutta la forza: uno splendido “gioco” musicale con cui Saint Saens rappresentò il mondo animale alludendo al genere umano, di cui provò un ingiustificato pudore professionale.
Il FortePiano Trio ha eseguito l'opera con stupefacente rigore nei confronti delle intenzioni della composizione: dolce, goliardica e frenetica a tratti, secondo le necessità della rappresentazione.
Il concerto prevedeva, nel finale, “Las Cuatro Estaciones Portenas” di Piazzolla, opera che ha acceso la platea come un rogo improvviso.
La forza della musica di questo compositore sembra essersi rigenerata nel forte contrasto con i puristi del tango argentino che hanno considerato per anni Piazzolla un compositore dissacrante. Invece, proprio il suo lavoro di riformatore del tango e strumentista d'avanguardia, ha permesso di realizzare opere di indiscussa bellezza che hanno ottenuto, nel tempo, i più prestigiosi riconoscimenti. E' stato il suo coraggio ad introdurre elementi del jazz e strumenti inusuali nel tango, e la straordinaria tenacia del Maestro Aldo Pagani, a svolgere la più efficace divulgazione delle opere . Il cinema scoprì questo grande artista e se ne innamorò. Da Bellocchio a Rosi, da Fernando Solanas a Terry Gillian, fino a Salvatores.
I tre giovani esecutori sono stati all'altezza del suo eclettico vigore e hanno saputo ben condurre il passaggio dai virtuosismi matematici di Saint Saens, alle frenesie struggenti del maestro argentino.
E' stato tenerissimo e entusiasmante ritrovare Leonora Armellini che avevo ascoltato esibirsi come giovane pianista nelle “Serate Musicali” milanesi di MiTo, intuizione formidabile del Maestro Restagno. Ora è una pianista formata e di grande talento, come i suoi compagni Tommaso e Ludovico.
Non era il primo concerto che ascoltavo a San Biagio, e so bene che l'alto livello di preparazione dei suoi artisti è una buona certezza del Festival.
Probabilmente il fatto di aver lavorato per anni in una fondazione lirico sinfonica mi aiuta a capire con più facilità le molteplici difficoltà che si possono incontrare organizzando una


rassegna musicale, nel tentativo di garantirne la qualità artistica e l'efficenza organizzativa.
Con una differenza: una grande istituzione può fare leva sulla propria forza rappresentativa e finanziaria, mentre una giovane organizzazione deve puntare solo sulle proprie forze e capacità.
Ecco perché penso che Mirko Fava e Anna Villani, direzione artistica e organizzativa, abbiano fatto un lavoro egregio nei confronti di una rassegna che, per di più, è gratis.
E' stato un bel risultato il riconoscimento al festival da parte dei comuni di Assisi e Nocera Umbra che lo hanno accettato nei propri confini.
Merita una lunga vita questo festival ci cui , sono sicura, beneficerà anche il mio libro strutturato sulla musica.
,