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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


sabato 9 marzo 2013

8 MARZO E FEMMINICIDIO : OBBLIGATORIO RILETTERE


Lorella Zanardo

Nessuna donna intelligente, colta o meno, oggi penserebbe di festeggiare l'8 marzo secondo i dettami di una festa diventata il trionfo del cattivo gusto.
Ben diverso, invece, pretendere che questa data, maltrattata da una cattiva influenza commerciale, torni ad essere il pretesto per parlare di un tema tragicamente attuale: il crescente fenomeno della violenza sulle donne.
L'evoluzione della specie impone che non si parli più della donna come di una minoranza da proteggere, e che le prospettive di vita non prevedano un “settore femminile” come si trattasse di una nicchia in difficoltà ma, nel caso del femminicidio, bisogna ammettere che il dramma è riservato solo alle donne.
E' una dato oggettivo, non è un'opinione.
A Torino, il Sindaco Fassino, ha avuto la sensibilità di riservare la prestigiosa Sala Rossa del Comune per una Lectio Magistralis della scrittrice Lorella Zanardo sul tema “L'immagine della donna nei media italiani”: nessuna retorica, molto interessante.
Ammetto, ho partecipato non completamente convinta che non avrei trovato l'incontro carico di retorica. Sbagliavo.
Lorella Zanardo è ciò che, con termine inflazionato, definiremmo “soggetto comunicativo”, ma lontana da ogni arteficio di bassa lega.
Comunicativo” è, spesso, un politico bugiardo o un leader ciarliero, un artista incapace o un opinionista disinformato. Qualche volta no.
Qualche volta, come nel caso della Zanardo, è solo molto capace di raggiungere il suo obiettivo. Catturare l'attenzione e la coscienza della platea.
Per chi, come me, ha vissuto troppe primavere per non avere partecipato a troppi dibattiti sulla questione femminile, era alto il rischio di trovare superata la tematica.
Viviamo confortate dall'idea che molto è stato ottenuto nella lotta per la parità dei sessi e l'emancipazione della donna ma le parole dalla Zanardo mi hanno velocemente ricondotto alla realtà.
Dove ha origine la spietatezza che conduce al fenomeno della violenza sulle donne, i cui episodi sono diventati fatti ordinari di cronaca? Qual è la trappola in cui resta incastrata una cultura che abbiamo impiegati anni a modificare?
L'intervento della Zanardo non era carico di parole, quanto di immagini.
Stralci di programmi televisivi, spot e campagne pubblicitarie che hanno per “oggetto” il corpo delle donne.
Nulla di nuovo, ma drammatico. Quelle immagine selezionate, assemblate e proposte come oggetto di discussione sono state un vero shock.
Immagini che piombano ogni giorno nelle nostre case all'ora di pranzo o di cena, come le sequenze più rassicuranti per una società evoluta e invece sembrano un tuffo nel più retrogrado, oscuro, passato
Non era in discussione il nudo femminile, che la Zanardo esalta quando è cornice di un contesto artistico, ma il ruolo impietoso riservato alle donne in spazi televisivi e pubblicitari offerti da media di portata nazionale, quei format a cui hanno accesso i nostri figli, le generazioni del futuro.
Non eravamo solo signore mature, nella platea della Salsa Rossa. Con noi sedevamo molti ragazzi e ragazze portati dalle scuole. Facce intelligenti e perplesse, un po' intimiditi dal luogo e dalla consapevolezza di non aver mai riflettuto davvero sulla natura dei messaggi che la televisione propina loro.
Facce attonite e in preda al rossore, ma intelligenti. Straordinariamente intelligenti.
Per loro la Lectio non sarà stata “tempo perduto”.