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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


giovedì 17 gennaio 2013

GIORGIO BOCCA: UNO SGUARDO INDIMENTICABILE SUL MONDO




Si è celebrata a Torino l' inaugurazione del Master di Giornalismo che la città ha deciso di dedicare al grande scrittore e giornalista Giorgio Bocca, scomparso poco più di un anno fa.
A ricordare l'Uomo e il Cronista d'Italia c'erano il Prorettore Sergio Rota, il Sindaco Piero Fassino, il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Alberto Sinigaglia, il vicepresidente dell'Istituto storico della Resistenza Giorgio Agosti, Giovanni De Luna, il direttore del Master Gian Paolo Caprettini, il segretario nazionale dell'Ordine dei Giornalisti Gian Carlo Ghirra e una folla stipata di persone che aveva voglia di ricordare Giorgio Bocca.
Molto attesa la Lectio Magistralis sul giornalismo tenuta da Ezio Mauro.
Il suo è stato un intervento lucido sulla necessità che il mestiere del giornalista sia incentrato sul rifiuto alla retorica, sulla ribellione all'analisi banale, sul disprezzo per la sciatteria.
Mauro si è esibito ne “l'elogio della parola”, a scapito della smodata aggettivazione che spesso tenta impropriamente di arricchire il senso delle parole, già completo, in verità.
E' una bella penna, Mauro, un buon oratore , anche se non dotato del timbro vocale più seducente.
Il suo pensiero è corretto e leale, anche se un cattivo uso del diaframma gli impedisce il fluire musicale dei discorsi.
Il tono, però, si è infiammato quando ha iniziato a ricordare l'Amico : Bocca.
Ha ricordato il vigore del Partigiano, la durezza del giornalista intellettualmente corretto, l'onestà che ha ereditato dalle umili origini e la forza che solo quel mondo poteva regalargli.
Ha ricordato come Bocca fosse tacciato di primitivismo e come tale “accusa” fosse un vanto per un uomo che non conosceva compromessi.
La “città” era lì a ricordare lo scrittore esattamente come Mauro lo descriveva e si è stretta in un abbraccio ideale perché nulla si perda del suo pensiero e di ogni suo scritto.
A me, però, un'immagine è tornata prepotentemente davanti, prima dei suoi libri: il suo indimenticabile, profondissimo sguardo. Lì c'era tutto: le accuse più pesanti e ogni umana assoluzione.