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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


sabato 24 novembre 2012

NO di Pablo Larrain




Racconta la fine della dittatura di Pinochet il primo film della rassegna del 30° Torino Film Festival

La rassegna inizia con un film di commovente allegria...
Lo spettatore viene catapultato nel Cile del 1988 con un realismo incredibile, grazie anche all'uso sapiente di telecamere Igekami del 1983 che rendono fluido l'inserimento di immagini di repertorio del tempo.
Pinochet, incalzato dalla comunità internazionale, viene costretto ad indire un referendum che sancisca il prolungamento del suo Governo di altri otto anni.
Il fronte del “NO” inizia ad organizzare la sua implacabile battaglia che non fa ricorso alla protesta violenta ma ad una sana guerra mediatica, ingaggiando, per la propria campagna elettorale, Reneè Saavedra ,il più virtuoso pubblicitario che lavora alle dipendenze governative.
A differenza di quanto fosse immaginabile, il brillante creativo non costruirà la propria strategia su atti, parole e immagini di denuncia dei soprusi che in passato esercitò la dittatura sul popolo cileno, né sul moto di dolore di tutti coloro che hanno subito lutti e povertà. Lo spirito del messaggio trasmesso da Saavedra si baserà sull'allegria di chi ha superato il dramma del passato e sente crescere forte l'allegria per un entusiasmo ritrovato, nonché la forza necessaria a costruire un nuovo futuro migliore.
E' interessante vedere la costruzione del linguaggio della comunicazione, anche e soprattutto in presenza di scarse risorse e sotto la pressione minacciosa della polizia.
E' buffa la reazione di un manipolo di vecchi dirigenti del fronte comunista che insorge sdegnata di fronte ad una campagna che dimentica il dolore per lasciare spazio all'allegria.
E' fantastico il crescendo emotivo di un messaggio che, sequenza per sequenza, passa dallo stato ridicolo a quello commovente.
Pablo Larrain, bravo regista che ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, ha ben gestito l'incertezza del pubblicitario che tentenna nella scelta di abbandonare il proprio incarico, ben pagato, presso l'agenzia nazionale per schierarsi laddove risiedono i suoi ideali e quelli di tutti gli affetti più vicini ( compreso un padre ucciso dalla dittatura e una ex- moglie combattente ).
Sarà abbastanza ambizioso da non rinunciare al suo cliente danaroso, abbastanza onesto da accettare l'incarico dal fronte di opposizione, abbastanza umano da cercare di mediare tra i due fronti senza ostentare fanatismi da guerrigliero, molto bravo da montare la più suggestiva campagna elettorale che decreterà la fine del regno di Pinochet.
Il Torino Film Festival , nel 2008, aveva premiato Larrain per il suo Tony Manero.
Fu un giudizio lungimirante, perchè è un regista bravo. Bravo davvero.