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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


domenica 11 novembre 2012

IL MINISTRO PROFUMO CELEBRA CAVOUR




La Fondazione Camillo Cavour ha presentato l'Epistolario che racconta la vita politica e personale del maggiore rappresentante del Risorgimento.

Santena, Castello Cavour : non ero inviata. Ero un'invitata.
La Fondazione Camillo Cavour, la Commissione Nazionale per la pubblicazione dei carteggi del Conte di Cavour e il Centro Studi Piemontesi, hanno celebrato la presentazione dei 34 tomi dell'Epistolario Cavouriano, operata dal decano della Commissione Professor Carlo Ghisalberti.
Non ero stata inviata dal mio giornale. Sono stata gentilmente invitata dai membri della Fondazione, alla quale, mi unisce una passione senza freni per la figura di Cavour e una cordiale amicizia con il suo Presidente, Nerio Nesi.
Come poter ignorare un evento così seducente?
La pubblicazione dei Carteggi in questione racchiude gli esiti di un lavoro certosino durato cinquanta anni per racchiudere la storia epistolare del “Genio Illuminato” del Risorgimento, dalla prima letterina sgrammaticata risalente alla primavera del 1815, conservata all'Archivio di Santena, fino all'ultimo telegramma firmato “Cavour”, spedito il 2 luglio 1861 e conservato all'Archivio Storico del Ministero degli Esteri a Roma.
I 34 tomi sono racchiusi in 21 volumi di complessive 16.652 pagine. L'Epistolario raccoglie 8.600 lettere, private, confidenziali o particulières scritte dal Conte tra il giugno del 1815 e il giugno 1861, correlate a circa 7.000 responsive di corrispondenti vari, per un totale di circa 15.600 missive.
Una raccolta emozionante. Un lavoro incredibile...
Le lettere che Cavour scriveva, soprattutto quelle di carattere politico riservatissimo che inviava a principi e sovrani, ministri e ambasciatori, emissari segreti e banchieri, sono state oggetto di immediate, compulsive ricerche da parte di più soggetti interessati, a partire dalla sua scomparsa, e sono diventate parte di raccolte cariche di infedeltà e incompletezze, manipolazioni, omissioni e datazioni arbitrarie.
Non era facile riordinare un tale marasma.
Ma tanto, faticosissimo lavoro di ricerca e interpretazione dei fatti storici, assume un grande fascino perché racconta la storia, il lavoro, la filosofia, il genio dell'uomo politico più saggio di tutta la scena politica italiana nel corso dei suoi centocinquant'anni.
Lo statista astuto e liberale.
Astuto perché giocò sul rischio rivoluzionario, temuto dalle potenze europee, per avere il via libero alla unificazione nazionale sotto lo statuto sabaudo. Liberale, perché trasformò il regime sabaudo in regime parlamentare.
Morì giovane e la sua grande opera è racchiusa in un decennio, periodo straordinariamente breve se si pensa alla portata che ebbe.
La sua fu una lotta su più fronti, in difesa di un'ideale così alto come quello dell'unificazione del paese e dello sviluppo del sistema parlamentare. Per Cavour l'obiettivo più grande da raggiungere era la forma di Governo, più che le conquiste territoriali. Ci voleva lungimiranza per pensarlo....
E i nemici venivano da destra, dai conservatori cui premeva un'Italia divisa, e da sinistra, dalla visione garibaldina, troppo idealista, di nazione unita.
Sopravvisse al re Vittorio Emanuele che tentò più volte di sostituirlo alla Presidenza del Consiglio, in favore di una figura politica più docile ed obbediente.
Era un genio, Cavour, ma anche un uomo solo che si trovò a percorrere un sentiero politico tortuoso, durante il quale fu abile a destreggiarsi tra le due fronde opposte di pensiero, la destra e la sinistra, fino a neutralizzarle, realizzando quell'operazione supremamente ardua, quasi paradossale, di compiere una rivoluzione conservatrice.
La sua azione fu di economista, agronomo, politico, stratega militare, paladino della forma democratica. Nessuno raggiunse mai una tale visione d'insieme nell'ambito politico.
Il Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, oggi presente alla cerimonia nella dimora cavouriana, ha sottolineato la capacità del genio che, allora, ebbe la lungimiranza di prevedere l'Unità d'Italia, e ha ricordato la necessità che oggi una mente sia in grado di intravedere un'Europa, finalmente, Unita.
Se è vero che “sono gli uomini che fanno i luoghi”, oggi Santena non è solo un punto geografico ma un “luogo” di memoria, raccoglimento, respiro della storia. E' la terra sacra del padre della Patria, il luogo in cui trovava conforto un uomo che ha compiuto l'opera di cui tutti dobbiamo essergli grati.
Commoventi le fronde silenziose, dai colori autunnali, dello splendido parco che circonda la Residenza: sembrano raccontare anche i silenzi delle fatiche del Conte
Ecco perché sono riconoscente alla Professoressa Rosanna Roccia.
Perché ha dedicato trent'anni della sua vita di storica al compimento dell'opera che è stata presentata oggi e che garantirà la memoria di un pezzo importante della nostra storia.