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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


martedì 9 novembre 2010

UN SOGNO ALTERNATIVO


Prende forma una grande progetto tecnologico in grado di fornire ingenti quantità di energia pulita ad una vasta zona che si estende tra l’Europa, il Nord Africa il Vicino Oriente .Desertec è un progetto da 400 miliardi di euro di cui fa parte l’italiana Enel Green Power.

Le meravigliose coltivazioni del sud della Spagna erano lo scenario più roman-
tico per Don Chisciotte e Sancho Panza, secondo la penna prestigiosa di Miguel
De Cervantes e l’estro geniale di Pablo Picasso. Oggi, nei pressi di Siviglia si erge
un enorme complesso tecnologico che racchiude,nella sua imponente torre illuminata da specchi ( 600, per l’esattezza), l’ambizioso obiettivo di fornire una straordinaria quantità di energia pulita all’Europa, al Nord Africa e al Vicino Oriente.
Si chiama “ Planta Solar 10”, e si tratta di un grandissimo impianto di energia sola-
re che per molti rappresenta la realizzazione di un sogno auspicato da tempo : ra-
pire l’energia del sole e renderla finalmente una vera fonte alternativa di calore.
Ci crede Franz Triech dell’Istituto di Termodinamica Tecnica di Stoccarda che spie-
ga i confini di una zona che racchiude paesi con le stesse esigenze energetiche, per l’appunto, Europa, Nord Africa e Vicino Oriente.
L ’Europa non dovrebbe aumentare il proprio fabbisogno energetico fino al 2050 , dal momento che non è prevista una forte crescita né demografica nè economica, dunque dei consumi. Al contrario, il Nord Africa ed il Vicino Oriente,compenseranno la loro più alta richiesta di elettricità per i motivi esattamente contrari.
La novità e la speranza risiede nel tentativo di creare un vero sistema di rete inte-
grata in cui concentrare il sistema idroelettrico, eolico, geotermico, a biomasse e
soprattutto solare, che catturi almeno una parte rilevante del potenziale solare (630
migliaia di miliardi di kilowatt ora), per soddisfare una porzione considerevole del fabbisogno del pianeta ( 18 ). La zona confinata in esame ( Europa, Nord Africa e Vicino Oriente ) ne consuma 4, e per fronteggiare la sua richiesta un gruppo di imprese europee ha lanciato il progetto “Desertec”, di cui fa parte anche l’Italia con
Enel Green Power.
Dunque, sono state unite le diverse risorse energetiche alternative : l’eolico del Nord Europa, il geotermico di Germania e Italia e soprattutto il solare del Sahara
( bel 2.500 chilometri quadrati di pannelli!). L’investimento è stato stimato intorno
ai 400 miliardi di euro e la scelta tecnologica è stata fatta sempre tenendo ben
conto delle caratteristiche del territorio.
Planta Solar, che appunto, domina le terre del sud della Spagna, è composto di 600 specchi che seguono il sole in modo da dirigerne costantemente i suoi raggi verso la sommità di una altissima torre, che si erge come un tempio costruito al Dio Sole, dotata di ricevitore. Ques’ultimo, trasmette l’enorme quantità di calore ricevuto
a dell’aria che, a sua volta, raggiungerà la temperatura di 700 gradi. Il calore viene trasformato in vapore, che genera il lavoro di una turbina.
Il problema più evidente da affrontare è quello dei costi, e la sfida più grande è quella di rendere conveniente un sistema in cui l’energia prodotta in un paese venga trasportata in un altro molto lontano ( per esempio dal Sahara al Nord Eu-
ropa). Attualmente i cavi trasportano corrente alternata, con la costante perdita di circa la metà della fornitura. Per ovviare al problema bisognerebbe trasportare
corrente continua ad alto voltaggio, come nella linea concepita in Cina il trasporto di
energia dalle centrale idroelettriche a Shanghai.
Affinché l’investimento nelle fonti rinnovabili diventi conveniente, però, i paesi devono imparare a risolvere i grandi problemi come le piccole questioni.
Ma perché i governi dovrebbero investire nelle soluzioni ecologiche?
Perché riconoscere i limiti ecologici e le loro implicazioni a livello di equità sociale non è soltanto una questione morale astratta, ma anche un pratico modello di governo.
Comprendere la natura dei limiti ambientali ed essere in grado di analizzare in det-
taglio i vari spetti dei flussi ecologici comporta molti vantaggi. Tutto ciò può essere espresso dal calcolo dell’impronta ecologica che fornisce diversi dettagliati strumenti utili al servizio degli analisti politici.
L’impronta ecologica misura di quanta terra e acqua produttiva una popolazione ha bisogno per produrre le risorse che consuma e perché i suoi rifiuti vengano assorbiti.
Nella media mondiale l’impronta ecologica è di 2,9 ettari globali, a fronte di una disponibilità media di 2,1 ettari globali pro capite di terra e mare biologicamente produttivi
Il calcolo dell’impronta ecologica attuale ci dimostra che i consumi e la produzione di rifiuti dell’umanità superano la capacità della Terra di creare nuove risorse ed assorbire i rifiuti. In sostanza stiamo liquidando il capitale naturale per sostenere il nostro attuale uso delle risorse, quindi stiamo riducendo la capacitò della Terra di sostenere la vita futura.
La sostenibilità vera sarà raggiunta solo quanto l’uomo potrà condurre una vita soddisfacente entro i limiti della capacità biologica della Terra.
Questo progetto, Desertec, ne è un valido tentativo.